Cosa è lecito aspettarsi da un newsgroup di medicina
di Mario Campli, AKA "Doctor Diabolicus"
I newsgroup di medicina, e più in generale quelli scientifici, sono popolati da una fauna molto variegata, che va da tecnici preparati ai più fantasiosi ciarlatani che si possa immaginare. È necessario, perciò, valutare con spirito critico le informazioni di tipo sanitario che è possibile reperire, tanto su Usenet che sul Web. Alcuni siti Internet di tipo "istituzionale" forniscono certamente delle notizie attendibili (l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il Ministero della Salute, l'Istituto Superiore di Sanità, l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri); altri siti adottano dei codici di autoregolamentazione (come quello della Fondazione HON). Su Usenet invece non c'è modo di distinguere tra informazioni attendibili e cialtronate; o meglio, un modo c'è, ma non è così diretto ed immediato.
Chiunque, in un newsgroup, può spacciarsi per medico: ma un medico serio non azzarderebbe mai ad emettere una diagnosi o consigliare una terapia per via telematica. Come scritto (opportunamente) su un altro documento, il manifesto del newsgroup moderato it.scienza.medicina, "...La diagnosi è un momento delicato, che per ragioni etiche deve essere posta solo con un rapporto diretto, fisico, tra medico e paziente...": la mano del medico che visita, l'immagine di una radiografia, lo sguardo del paziente, le cose dette e quelle non dette, non possono essere sostituite da uno scambio di articoli su un newsgroup. A maggior ragione, in assenza della possibilità di principio di giungere ad una conclusione diagnostica, la prescrizione o il consiglio di cure contravviene assolutamente qualsiasi principio di corretto comportamento professionale (oltre che violare precise norme di ordine etico, amministrativo e penale). Quindi, se qualcuno rispondesse alle vostre richieste, avreste ottime ragioni per diffidare: un vero medico, un medico serio e credibile, non fa diagnosi e non consiglia terapie per via telematica. Tantomeno è in grado di valutare la correttezza o meno delle diagnosi e delle terapie consigliate nel mondo reale da colleghi che hanno avuto modo di interagire personalmente con il paziente.
Il corollario a questo criterio è evidente: è perfettamente inutile inviare richieste di diagnosi o di consigli terapeutici su un newsgroup, perchè nessuno a cui valga la pena di dare ascolto risponderà mai, e le uniche repliche che potrebbero giungere sarebbero quelle senza alcun valore, buone solo, eventualmente, a fare confusione e disinformazione. Anzi, potrebbe perfino accadere di essere contattati privatamente, via e-mail, da pittoreschi personaggi che, per interessi economici diretti o indiretti, promuovono tecniche e rimedi fascinosi e fantasiosi, ma di dubbia o nessuna efficacia: anche la loro eventuale buona fede non sarebbe, in questo caso, di alcuna utilità, e quand'anche il rimedio proposto fosse gratuito (e non si trattasse perciò di una truffa perpetrata a scopo di lucro) o innocuo, potrebbe far danni sostituendo o ritardando il ricorso ad una cura efficace prescritta da un vero medico. Pertanto porre specifici quesiti su problemi di salute propri o delle persone care non solo è inutile, ma può rivelarsi addirittura pericoloso.
Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, a cosa serve scrivere su un newsgroup di medicina. Le risposte sono molte. Fondamentalmente quelli di Usenet sono "gruppi di discussione": luoghi, cioè, ove le persone si confrontano e si scambiano vicendevolmente pareri, opinioni e idee -possibilmente in modi civili...- ma è evidente che, data la complessità e la delicatezza degli argomenti riguardanti la salute e la medicina, pareri, opinioni e idee dei medici che scrivono sul newsgroup hanno un "peso" e una autorevolezza differenti da quelle degli utenti comuni. Discutere con dei medici, o comunque con persone tecnicamente preparate su argomenti scientifici, può voler dire spesso chiarire dei dubbi, reperire nuove informazioni, crescere da un punto di vista culturale. Questo non deve servire a risolvere i propri problemi di salute, ma può aiutare a gestire meglio il rapporto con i medici nel mondo reale, può dare gli strumenti per capire meglio le spiegazioni di questi medici, a integrarle con approfondimenti e spiegazioni. Dunque, se qualcuno è tormentato da un problema di salute, è sbagliato pensare di trovare consigli ed indicazioni in un newsgroup di medicina: l'unica risposta che si potrebbe ottenere sarebbe, probabilmente, il consiglio di rivolgersi al proprio medico. Non è affatto sbagliato, invece, una volta che nella vita reale il problema è stato inquadrato, discutere ed approfondire le questioni -non personali- della patologia in generale, delle diverse opzioni terapeutiche, dei pro e dei contro.
In queste discussioni occorre sempre cautela, e ricordarsi che, almeno nei newsgroup non moderati, è possibile, e spesso facile, imbattersi in veri e propri "pirati", avventurieri che possono instradare le persone con i loro consigli irresponsabili verso scelte terapeutiche assai discutibili, e con severo pregiudizio per la salute. Su argomenti di questa importanza e delicatezza è importante affidarsi a pareri responsabili ed equilibrati: ma come distinguere le risposte dei tecnici preparati da quelle dei fanfaroni e dei cialtroni? Questo è molto facile. Vi accorgerete presto che i "tecnici" (medici, biologi o scienziati che siano) possono "discutere" tra loro anche con toni accesi, ma condividono alcune caratteristiche: l'accordo sulle questioni di base, ed un linguaggio complicato ma preciso.
Le fondamenta sulle quali poggia una discussione di tipo medico scientifico sono quelle comuni a tutta la scienza: le leggi della fisica e della chimica, come noi le conosciamo e applichiamo. Esse dimostrano ampiamente, pur con tutte le approssimazioni, di rappresentare un modello di realtà che non solo è comprensibile, ma si adatta quasi perfettamente al quadro che abbiamo del mondo e delle cose del mondo, ed anzi permettono di effettuare previsioni sugli eventi. Tutta la scienza non è che una rete strettamente interconnessa di conoscenze, ciascuna delle quali influisce e subisce l'influenza delle altre, anche quelle apparentemente lontane, di campi apparentemente non in relazione con loro. Questo complesso edificio della scienza è come un gigantesco puzzle, nel quale ogni elemento conferma e riceve conferme dagli elementi circostanti: e la prova forte ed evidente di questa rete di conoscenze è la sua efficacia, che ogni giorno sperimentiamo quando accendiamo la televisione, il computer, quando saliamo in macchina o prendiamo l'aereo, quando ci sottoponiamo ad una ecografia o ad una tomografia computerizzata. Mettere in discussione questo o quel particolare aspetto della conoscenza scientifica, spesso significa mettere in discussione l'intero complesso della scienza come noi la conosciamo: intendiamoci, non c'è nulla di concettualmente sbagliato, in ciò, perchè la scienza non conosce Verità assolute, che, una volta raggiunte, restino patrimonio inamovibile della conoscenza. La scienza procede per approssimazioni via via più accurate, rifiutando l'idea stessa dell'assoluto, perchè solo ciò che può essere messoin discussione, e sottoposto al vaglio della prova sperimentale può essere oggetto della ricerca scientifica: con questo procedimento la scienza rigetta di volta in volta ciò che risponde meno accuratamente alle sue esigenze, sostituendolo con qualcosa di nuovo, di più preciso, che spesso include il vecchio come un caso particolare di una teoria più generale. Affermazioni "straordinarie" richiedono perciò prove "straordinarie". Così la scienza si rinnova, mutando continuamente ma restando sempre simile a se stessa, come diversi strumenti che assolvono lo stesso scopo in modo sempre più fine e completo. Chi mette in discussione le teorie scientifiche lecitamente, avanza spiegazioni alternative che si integrano armoniosamente nel complesso della nostra conoscenza, e dimostrano una efficacia e una capacità predittiva migliori delle teorie che vanno a sostituire. Mentre i cialtroni (in inglese "crackpots" nel mondo reale, "netcook" sulla rete) mettono in discussione le teorie scientifiche accreditate senza offrire nulla in cambio. In effetti, data la assoluta mancanza di riscontri positivi in studi controllati, non potendo portare la dimostrazione dei fatti delle loro astruse teorie, l'unico atteggiamento possibile dei cialtroni si riduce nel gettare fango sulla medicina, sulla "ortodossia", sperando di intercettare almeno una parte del pubblico in fuga.
Ed anche in questo si dimostrano ciarlatani, dal momento che infarciscono le loro spiegazioni di termini fumosi, utlizzati in modo ambiguo, rubati dal gergo tecnico ma utilizzati senza nemmeno conoscere il significato preciso delle parole che usano. Spesso si accusano i medici e gli scienziati di usare un linguaggio oscuro: ma in realtà i tecnicismi dei linguaggi specialistici non servono a mascherare un sapere riservato a pochi iniziati: servono invece a comprendersi in modo preciso, non approssimato. Spiegare un intervento chirurgico ad un profano è possibile in un linguaggio piano e comprensibile da chiunque: il livello di informazione trasmesso da un simile messaggio, però, è scarsissimo. La descrizione di un intervento chirurgico tra due medici, invece, è per quanto possibile, concisa e completa, al punto che un medico potrebbe essere in grado di effettuare l'intervento dopo averne sentito la spiegazione dal collega. I termini sono univoci, non si prestano ad interpretazioni ambigue, e consentono una grande precisione nelle spiegazioni. E i newsgroup medico-scientifici diventano il luogo ideale dove far incontrare, in qualche punto a metà del cammino, il linguaggio dell'uomo della strada e il gergo specialistico del tecnico, aiutando l'uomo comune a comprendere meglio, aiutando il medico e lo scienziato ad esprimersi in modo più semplice, ma senza scadere nel semplicismo e nella faciloneria di chi utilizza un linguaggio pseudoscientifico per rimestare nel torbido e nascondere così il vuoto di idee e dimostrazioni che caratterizza gli alternativi.
Nessuno vuole proclamare qui la superiorità della conoscenza scientifica. Se la società umana come la conosciamo esiste, lo dobbiamo anche a sistemi di conoscenze (la politica, la religione, la giurisprudenza...) che con la Scienza e il metodo scientifico non hanno nulla a che vedere, ma sono stati evidentemente altrettanto importanti per la nostra civiltà. Ciò premesso, e sottolineando che non si vuole sbeffeggiare l'importanza, per il singolo individuo, delle sue personali esperienze soggettive, è necessario però mettere dei paletti ben fermi: è possibile concepire una discussione sulla esperienza mistica in una meditazione trascendentale -anche se sarà ben difficile condividere a parole una simile emozione-, ma nel momento in cui si comincia a parlare di fenomeni fisici, e di effetti sul mondo reale, la Scienza e il metodo scientifico diventano prepotentemente protagonisti, e non è possibile far finta che non ci siano, o che siano momentaneamente "sospesi" perchè così fa comodo. Non è possibile e non si pretende di misurare Dio con un metro, o dire quanti kilogrammi pesa l'amore di una madre per il figlio, ma se si discute di enti che pretendono di esistere nel mondo fisico reale, devono essere definiti e misurati con il metodo scientifico. Se non si parla di opinioni, ma di fatti, il metodo scientifico è il più adatto per ottenere e condividere la conoscenza. E difatti quelle che sono le conoscenze scientifiche accertate, in campo medico, sono accettate dalla intera comunità scientifica, ed attaccate solo da esaltati...
Un'ultima reazione hanno costoro di fronte al muro di obiezioni posto dinanzi a loro dall'ortodossia medico-scientifica: gridare al complotto. Come nella migliore tradizione, il "nemico" (medici e scienziati) viene dipinto come una fosca organizzazione che per oscuri e deplorevoli motivi si ostina a rifiutare la Verità, perdurando nell'errore e continuando a perseguitare innocenti pazienti in nome del denaro, del potere, della gloria. Sembrano dimenticare, i cialtroni, che scienziati e medici sono uomini e donne come chiunque altro, che si ammalano delle stesse malattie, e si curano con le stesse terapie di qualunque altro uomo. Sembrano dimenticare che la scienza è una impresa collettiva, nella quale le conoscenze sono pubbliche e condivise, nelle quali tutti sono sottoposti al controllo di tutti, e non esiste un "interesse comune" per giustificare qualsiasi becero complottismo, dal momento che gli istituti di ricerca pubblica, le industrie private, le università e ogni altro ente coinvolto nella ricerca scientifica sono mossi ciascuno dai suoi specifici interessi economici, politici, nazionali, geografici. I controlli incrociati sono tali e tanti che la scoperta più assurda, quella più stravolgente, se ha dalla sua il supporto dei fatti, se supera il vaglio dei controlli sperimentali, finisce per imporsi, prima o poi, anche contro l'inerzia o le obiezioni della ortodossia. Francis Peyton Rous, iniziatore di un filone di ricerche sui rapporti tra virus e tumori, venne considerato dai suoi contemporanei con molto scetticismo; ma poi nel 1966 ha vinto il premio Nobel per i suoi studi sul sarcoma infettivo dei polli. Non è casuale che le attribuzioni dei premi Nobel seguano di molti anni le scoperte per cui vengono assegnati: serve appunto perchè è necessario valutare il peso delle scoperte da una prospettiva più realistica ed obiettiva... E non vale il principio di autorità: al due volte premio Nobel Linus Pauling sono stati ripetutamente rifiutati finanziamenti per le sue ricerche sulla funzione anticancerogena della vitamina C, perchè nonostante anni di esperimenti e nonostante un "padrino" di rilevanza internazionale come lo scienziato Pauling, una simile idea non ha avuto riscontri sperimentali: il che dimostra, ancora una volta, che nella scienza le idee si affermano non perchè sono "belle", non perchè sono "desiderabili", non perchè c'è una "autorità" che decide, ma perchè riescono a convincere con i fatti. Quando, dopo decenni di teorie sullo stress e sulla retrodiffusione degli idrogenioni Warren e Marshall saltarono su a dire che l'ulcera era provocata da un batterio, il mondo scientifico si mise a ridere... Però oggi se qualcuno ha una gastroduodenite ed è positivo alla ricerca di H. pylori, una bella antibioticoterapia di eradicazione è garantita. Com'è che il mondo scientifico si è lasciato convincere, quando pareva si stesse parlando di una assurdità? Perchè c'erano delle evidenze inconfutabili. E così oggi, anche se il ruolo eziopatogenetico di H. pylori è stato ridimensionato, è stato aggiunto stabilmente un nuovo capitolo alla gastroenterologia e alla farmacologia. E' così che il controllo indipendente fatto da migliaia di scienziati in centinaia di centri di ricerca differenti, sponsorizzati e finanziati da diversi governi, diverse università, diverse industrie in concorrenza tra loro assicura la migliore qualità possibile della conoscenza. Viceversa, si può essere ragionevolmente sicuri della malafede della maggior parte di coloro che propagandano informazione "alternativa" che non si presta al controllo indipendente. La scienza, in definitiva, non ha preclusioni nei confronti del nuovo, a condizioni che il nuovo dimostri chiaramente la sua validità.
Questa caratteristica del sapere scientifico disturba moltissimo i
cialtroni, che non sanno fare altro che additare al pubblico la
"arroganza" dei medici o degli scienziati quando questi pretendono
spiegazioni comprensibili. Ai ciarlatani e ai loro accoliti, in
genere, non interessa minimamente "dialogare": loro "hanno ragione"
per definizione, sono tetragoni alla critica, e per loro è sufficiente
farsi pubblicità in ogni modo possibile. Difficilmente si mettono in
discussione, difficilmente dichiarano pubblicamente i loro limiti: il
loro atteggiamento è quanto di più antitetico ci può essere rispetto
alla scienza e alla ricerca scientifica. Purtroppo nel campo della
salute chiuque si sente legittimato a valutare ed esporre opinioni:
come se fosse lecito o consentito per il primo che passa di esporre un
parere tecnico sul progetto del ponte sospeso sullo stretto di
Messina, o sul suo impatto ambientale. Ma l'opinione di un
professionista conta differentemente: ricordatelo, sia nei newsgroup,
sia quando siete al bar...
Grazie per l'attenzione